Ordine

Categoria: Ordine
Pubblicato: lunedì, 11 Dicembre 2023
  • Homepage
  • >
  • Ordine
  • >
  • Rischio di sovrapposizione alle competenze del Fisioterapista in materia di rieducazione delle disfunzioni del pavimento pelvico

Rischio di sovrapposizione alle competenze del Fisioterapista in materia di rieducazione delle disfunzioni del pavimento pelvico

L'OFI Venezia Padova Rovigo invia una nota alla Regione, Università e Ulss dove prende chiara una posizione sull'esercizio della riabilitazione del pavimento pelvico e sulla formazione in riabilitazione del pavimento pelvico.

Su segnalazione degli iscritti, ci corre l’obbligo di sottoporre all’attenzione delle SS.VV. la necessità di sollecitare l’adozione di misure di vigilanza al fine di evitare iniziative responsabili di generare sovrapposizioni con le competenze del Fisioterapista. Tra queste vorremmo evidenziare la rieducazione delle disfunzioni del pavimento pelvico attraverso l’insegnamento e/o l’attuazione di programmi di cura e riabilitazione.

Come è facilmente verificabile dalla letteratura e dalle prassi sanitarie l'ambito della rieducazione del pavimento pelvico è, storicamente, una competenza specifica dei fisioterapisti prevista dal profilo professionale, fermo restando le competenze di altre professioni sanitarie su aspetti correlati o correlabili, quali l’urologia, la ginecologia e l’ostetricia. La competenza che acquisisce il fisioterapista nella formazione dedicata alla riabilitazione del pavimento pelvico è strettamente correlata e supportata dal proprio “wealth of knowledge”. Patrimonio che non si limita alle conoscenze e alle abilità, ma investe la capacità di esprimere un’identità e un ruolo professionale coerente e appropriato. Patrimonio che trova nel proprio profilo professionale, nell’ordinamento di studi universitari specificamente dedicato, nel codice deontologico e nell’esperienza maturata, gli strumenti cognitivi e pratici per definire le modalità più appropriate e sicure per il percorso della persona in cura, in termini di obiettivi, tempi e strategie terapeutiche. Tutto ciò indipendentemente dal setting operativo in cui si opera, in regime di libera professione oppure all’interno dei percorsi di cura riabilitativa nelle strutture sanitarie.

Una breve formazione (sia essa definita come master) non può vicariare quei presupposti teorici e tecnici, che vengono acquisiti nell’iter del percorso di studi di base, cioè mancano i requisiti necessari per costruire le necessarie condizioni di appropriatezza e di sicurezza. Per questa ragione formazioni di questo genere sono e debbono rimanere legati alle specificità delle singole professioni. Dato che le formae mentis professionali sono diverse, come sono diversi le “wealth of knowledge” per ciascuna professione.
Affidare competenze di una certa complessità ad altri profili, oltre che determinare atti inappropriati e inefficaci, può essere dannoso per la salute della persona, impattando negativamente sul SSN in termini di appropriatezza, efficacia, efficienza, economicità e gestione del rischio. Per tali ragioni si ritiene di fondamentale importanza frenare iniziative che possono generare confusione.
In considerazione di quanto detto chiediamo alle SS.VV: di vigilare affinché si contrasti ogni forma di esercizio abusivo rispetto alla pratica della riabilitazione del pavimento pelvico. Pari impegno vi chiediamo nel contrastare eventi formativi sulla riabilitazione del pavimento pelvico dedicati a figure diverse dal fisioterapista.
La tutela del diritto alla salute dei cittadini passa anche attraverso la programmazione e il rispetto del fabbisogno formativo regionale. In un quadro delicato come il nostro, dove non si riesce a coprire per certe professioni i posti a disposizione o risultano difficilmente reclutabili sul mercato del lavoro, non si comprende l’utilità di attivare per dette figure iniziative formative su ambiti appartenenti ad altre professioni. In questa maniera si sottraggono numeri alle competenze specifiche richieste dal SSN, dato che di fatto si sottraggono risorse rispetto alla programmazione fabbisogno formativo, mettendo a rischio la tutela del diritto alla salute.
Per le ragioni qui esposte chiediamo alla Regione Veneto, all’Università e alle Aziende ULSS di adottare un'attenta vigilanza in merito. Da parte nostra adotteremo tutte le misure necessarie, invitando anche gli iscritti a segnalarci ogni possibile situazione di dubbio che venisse a crearsi. OFI Venezia, Padova e Rovigo, qualora fosse necessario, non esiterà ad avviare ogni azione ritenuta idonea all’adeguata tutela della professione negli ambiti di competenza. Restiamo disponibili a qualsiasi confronto in merito a quanto sopra, nonché a partecipare ad un eventuale tavolo di lavoro finalizzato ad approfondire la questione.

SCARICA IL DOCUMENTO